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55. Antropologia della fila indiana: riflessioni

una fila di giovani indiani in attesa

Cos’è che fa dell’India, in tutta la sua vastità geografica e con tutte le sue diverse culture, un Paese? Uno solo? Non ho la risposta, ma tra le infinite differenze esistono affinità. Una visita al supermercato me ne ha ricordata una: la panindiana legge del gomito. Conoscerla potrà aiutarvi a muovervi con armonia ovunque in India e a controllare la produzione della vostra bile anche se non padroneggiate tecniche yoga. Dovete ricordarvene ogni volta che aspettate il vostro turno in fila. Anni di esperienza sul campo, supportati da varie letture, confermano la regola:

 “Trovandovi a fare la fila la distanza tra voi e la persona che vi sta davanti non deve essere superiore alla lunghezza del braccio tra il gomito e la punta delle dita della mano tesa”.

 

E’ una regola comportamentale generale, con eccezioni (rare) e variazioni minimali. Quando la fila degenera in un aggrovigliato ammasso di persone, non si applica la regola. Meglio evitare la situazione (se siete donne ricordate che esiste sempre la possibilità di fare valere il vostro diritto alla “ladies queue”, indicata formalmente o meno: la vostra avversione alla promiscuità verrà sempre rispettata). Lasciare meno spazio non ha controindicazioni. Se invece la distanza è superiore stimolerete il cervello di chi vi segue a produrre impulsi elettrici che porteranno a diversi tipi di risposta:

  1. passarvi davanti nella coda come se non esisteste;
  2. avvicinarsi sempre più a voi per comunicarvi di occupare lo spazio in eccesso;
  3. toccarvi delicatamente con un piede, con la borsa, con il carrello o direttamente con la mano per segnalarvi di avanzare;
  4. chiedervi più o meno gentilmente di procedere;
  5. spostare il peso da un piede all’altro, allungare il collo e accumulare tensione alle articolazioni (nel caso in cui la situazione si protragga oltre limiti ragionevoli e il nervoso diventi insostenibile si avrà una delle previe reazioni).

 

Se vi trovate in un ambiente non avvezzo agli occidentali non ci sono speranze che possiate mantenere la vostra posizione nella coda. E’ inutile che vi innervosiate o abbiate pulsioni aggressive: superarvi è una reazione naturale. Passare davanti in una fila è maleducazione, ma lasciare troppo spazio vuoto, anche se non si ha fretta, anche se non c’è ressa, è un chiaro invito alla disobbedienza.

Prima di capire la regola mi è capitato più volte di abbandonare la merce prima di giungere alla cassa, dopo essere stata spodestata ripetutamente del mio diritto al turno, perfino in maniera plateale davanti agli occhi della cassiera! A fare la parte dell’eccentrica sono stata io, che prima procedo con troppa tranquillità e poi, quasi al traguardo, presa da incomprensibile stizza mi allontano borbottando.

Seguire la regola non esonera tuttavia dall’essere comunque scavalcati, senza colpa. Il perché lo spazio vuoto generi ansia è materia di studio antropologico. C’è chi sostiene sia un lascito genetico causato da anni di sovrappopolamento e scarsità delle risorse. Sicuramente gli indiani sono più abituati di noi alla condivisione dello spazio, alla collettività (famiglie allargate con decine di cugini, zii, fratelli) e hanno un diverso senso dello spazio personale.

Abbiate un  po' più di pazienza del solito e aprofittate del momento per riflettere su quanto il nostro bagaglio culturale ci induca a giudicare il mondo e, qualche volta, a male interpretarlo.

Corollario: In situazioni estreme fare passare prima di voi un altro cliente quando non c'è coda, è il segno dell'attenzione che il commerciante vi sta concedendo, permettendosi così di prendersi maggior cura di voi e, con molta probabilità, di offrirvi un té bollente e speziato.

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